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Dog Kane 'Stiletto Heels' - Teatro della Sapienza

Composizione grafica da disegno digitale e penna a sfera. Foto: Luca Morelli - aprile 2018 | Kuiry

Dog Kane 'Stiletto Heels'
Teatro della Sapienza

Considerazioni e ringraziamenti

Teatro della Sapienza, giovedì 26 aprile, 20,15. Tutto pronto.

Sono lì da metà pomeriggio.
E’ stato bello allestire la scena insieme ai musicisti, decidere le posizioni di persone e di oggetti, apprezzare la professionalità di tutto il quartetto e di Roberto, il tecnico del suono che ha cablato e calibrato le singole voci, e di Stefano De Matteis, il regista che ha accuratamente posizionato e regolato le luci.
Loro, finito di preparare, vanno a mangiare qualcosa. Io decido di aspettare lì, magari arriva qualcuno prima.
In realtà, non ho fame, ho l’impressione che qualsiasi cosa mi si bloccherebbe a metà strada durante la discesa allo stomaco.
Non sono agitato, intendiamoci, avverto solo un sottile filo d’ansia, quasi salutare, direi.
Comunque preferisco stare leggero.

Teatro della Sapienza


COMMOVENDO ESALTA | DILETTANDO ISTRUISCE | RIDENDO CORREGGE

Poi tornano tutti, arrivano le 21,00 e, come accade sempre, anche le 21,30, decidiamo di iniziare. Non c’è tanta gente, ma il teatro è mezzo pieno: non male! In fondo, mi dico, ho sempre puntato sulla qualità più che sulla quantità del mio pubblico.

Buio in sala, le luci focalizzano l’attenzione del pubblico su Daniela che intona le prime strofe di ‘Cheek To Cheek’; è un attimo e tutto ha inizio.

Ascolto le ultime note del brano dalla mia postazione dietro la scrivania, e controllo che tutto sia a posto: l’iPad con le immagini e i video della serata, strategicamente imboscato dietro la Lettera 22, e il foglio con la scaletta della serata infilata sul rullo. Tra pochi secondi con i saluti di rito inizierà questo talk-show di un’ora e mezza, durata programmata a tavolino, che dovrò gestire in stile David Letterman Show, senza averne per altro, la competenza.

In questi casi la domanda che mi faccio sempre è: perché finisco sempre per ficcarmi in queste situazioni? Ma la risposta come sempre non arriva, anche perché ho già acceso il microfono e comincio a parlare…

Ora, scrivendo questi appunti a freddo, una settimana dopo, posso dire di essere ampiamente soddisfatto di come è andata la serata, soprattutto perché credo che il messaggio di fondo sia stato recepito dai presenti in sala: la mia esperienza creativa, che era in questo caso al centro dell’evento, è solo una tra le tante iniziative culturali con le quali sono venuto a contatto da quando ho intrapreso questa avventura. E il mio desiderio era di far conoscere alcune peculiari attività creative e professionali che credo costituiscano un esempio di vivacità culturale, ma anche di dinamicità imprenditoriale.
Sono realtà piccole, o piccolissime, ma che, a mio parere, possono dare il meglio se connesse tra loro a costituire un sistema collaborativo. Una sorta di rete di connessione che da una parte le supporti e le incoraggi, e dall’altra contribuisca a superare quell’isolamento che, spesso, le attività caratterizzate da una forte componente artistico-artigianale, come la mia, spesso sottendono.

Voglio per questo ringraziare tutti coloro che hanno accettato il mio invito a raccontarsi sul palco della Sapienza e per primo il dott. Stefano Migliorati, direttore del Centro di Formazione Giovanile dell’ONAOSI: a lui un grazie particolare per la piacevole ospitalità e per aver contribuito a creare, fin dal suo primo intervento, un’atmosfera piacevolmente ‘easy’, ma anche per avermi concesso l’opportunità di disegnare il logo del Centro realizzato nell’ambito di questa collaborazione.

Inoltre, come da scaletta, mille grazie vanno a:

Valentina ‘Palù’ Rosati, la stilista, preoccupatissima fino a un momento prima di salire sul palco! Alla scrivania invece si è dimostrata disinvolta e interessante citando, a proposito e al momento giusto, Lucio Fontana e le influenze orientali,e discutendo sul rapporto con i Maestri del passato incalzata dal tubino nero di Givenchy disegnato per la Hepburn in Colazione da Tiffany;

Stefano de Matteis, regista alla seconda collaborazione con i Four Seasons (Quizas e Reality v.) con cui parliamo della sua esperienza professionale. Di Stefano ho percepito, in quelle poche ore di contatto preparando le luci e la scaletta della serata, sicuramente la competenza ma soprattutto la passione e l’attenzione, la meticolosità, con il quale esegue il suo lavoro: è una pazienza artigiana che riconosco benissimo oramai, e che traspare evidentemente in lui;

Daniele Pampanelli, a cui va un ringraziamento particolare per la collaborazione, i consigli e per la sua naturale inclinazione a sovvertire l’ordine stabilito, per cui da intervistato è stato capace di trasformarsi in intervistatore e mi ha consentito di raccontare in maniera sicuramente più interessante le vicende e i riferimenti dietro la realizzazione di 'Stiletto Heels';

Francesco Leonardo Fabbri, che pur non essendo presente in sala, lo è stato attraverso la sua voce, prestata al ‘detective esistenzialista’ per il primo corto tratto dalle storie dall’archivio: Hypnagogia. (Ne parlerò in un prossimo post in occasione della pubblicazione sul nostro canale YouTube)

Francesca Silvestri, di Ali&no Editrice, che ci ha parlato delle recenti pubblicazioni e delle soddisfazioni ad esse connesse e per aver rappresentato, in questo evento, un esempio di editoria umbra di respiro nazionale e di tradizione più che ventennale.

Francesca Chiappalone e la sua libreria Mannaggia ‘libri da un altro mondo’ per aver fatto capire l’importanza di essere presenti, anche se piccoli, a fianco dei giganti della vendita e della grande distribuzione. Tassello fondamentale per consentire la sopravvivenza e se possibile lo sviluppo delle piccola editoria indipendente;

Saro Occhipinti in rappresentanza del collettivo di disegnatori BecomingX e, fuori programma, l’apprezzato intervento di Francesco Biagini e Moreno Chiacchiera: due esempi di disegnatori che hanno recentemente prodotto delle bellissime opere editoriali che raccolgono il meglio della loro produzione grafica.

Infine, ma proprio perché tutto è nato dalla oramai sperimentata collaborazione con loro, un calorosissimo ringraziamento va al Four Season Swing & Soul Quartet con Silvano Pero, il batterista che non ti aspetteresti - aspetto bonario e anima punk - secondo me; David Versiglioni il pianista fluido e sempre a suo agio, che mi ricorda un po’ Keith Emerson, capelli a parte, in Honky Tonk Train Blues; Roberto Cesaretti il bassista col ‘physique du rôle’ che si è speso personalmente perché questo evento vedesse la luce; e ovviamente Daniela Tenerini, voce e immagine del Quartetto, interprete professionale e appassionata nonché anima di tutta la serata.

Chiaramente, voglio inoltre esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che hanno partecipato come spettatori, facendoci sentire il proprio sostegno e a cui speriamo di aver offerto una serata divertente e interessante.

Grazie a tutti, veramente, di kuore,

Kuiry



3 maggio 2018




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